La storia del Castello di Mombasiglio

Oltre 1000 anni di storia e di storie da raccontare

Il castello di Mombasiglio si erge sulla cima dell'omonimo paese, da cui domina lo spettacolare paesaggio della Val Mongia.

Come ogni castello che si rispetti, anche quello di Mombasiglio ha una storia lunga e affascinante, costellata di continui passaggi di proprietà fra conti e contesse, marchesi, nobili e famiglie benestanti.

Possedere un castello è sempre stato un segno di potenza, militare ed economica.

Ecco le tappe più importanti della sua storia.

Le Origini e la Costruzione del Castello

Il castello, costruito intorno all'anno 1000, si trova nel borgo storico, in una zona panoramica e ben esposta. Il primo documento che ne attesta l’esistenza, un atto di donazione, da parte di un certo “Bonifacius cum Ottavo”, all’Abbazia di Fruttuaria, risale al 1090. La sua storia si intreccia con quella del paese che vi è sorto intorno: fu feudo dei signori di Carassone.

Il Dominio dei Duchi d'Urbino e l'Avvento dei Genovesi

Nel 1503, Luigi XII, re di Francia (e già duca d'Orléans), donò Mombasiglio e Bagnasco a Francesco Maria della Rovere, duca d'Urbino e nipote di papa Giulio II. Dieci anni dopo, il duca vendette i due territori al genovese Sebastiano Sauli, da cui passarono nel 1522 a un altro genovese, Agostino Lomellini. Alla morte di quest'ultimo, i territori passarono alla figlia Caterina, moglie di Giorgio Spinola. Tuttavia, quando Giorgio Spinola si recò a prendere possesso del feudo, fu trucidato nel 1530 da alcuni marchesi di Ceva, eredi degli antichi proprietari, costringendo la vedova a cedere i diritti sul castello di Mombasiglio e su Bagnasco al marchese di Finale, Giovanni del Carretto, nel 1531.

Dal Marchesato di Finale alla dinastia Savoia

Il castello rimase unito al marchesato finalese fino al 1583, quando, alla morte del principe Alfonso II del Carretto, il feudo fu occupato per ordine del duca Carlo Emanuele I di Savoia, pur rimanendo i diritti feudali agli eredi del marchese di Finale. Alla morte di Sforza Andrea del Carretto, ultimo marchese di Finale (1602), Mombasiglio fu venduto dalla Camera ducale alla famiglia Sandri-Trotti di Fossano.

Le Restaurazioni e la Trasformazione del Castello

La famiglia Sandri-Trotti apportò vari restauri al maniero, conferendogli l'aspetto che parzialmente conserva ancora oggi. La possente torre quadrata, costruita in pietra sul punto più alto della collina, serviva come punto di avvistamento, segnalazione e difesa. Un torrione più basso venne integrato nel corpo del castello. Il complesso fu adattato alle esigenze residenziali e produttive, essendo venute meno le necessità militari.

L'Occupazione Napoleonica


Nel 1796, le armate napoleoniche, comandate dal generale Jean Mathieu Philibert Sérurier, bivaccarono al castello nel contesto della prima campagna d'Italia. L'occupazione del castello da parte delle truppe di Sérurier è ancora oggi testimoniata da firme e scritte, sebbene incomprensibili, esistenti su un muro e fatte con carbone dai soldati francesi.

Il Declino e la Rinascita del Castello

A metà del XX secolo, la famiglia proprietaria si estinse e il castello conobbe un periodo di abbandono. A fine anni Ottanta, Riccardo Selini, ligure coniugato con una mombasigliese, lo acquistò e avviò un'importante opera di ristrutturazione, salvandolo dall’incuria. Il castello divenne un ristorante e un albergo. Dopo alcune gestioni che si alternarono negli anni, a dicembre 2001 fu acquistato dalla Fondazione Castello di Mombasiglio, una società con capitale pubblico e privato, che vi realizzò il Museo Bonaparte. Oggi, il castello ospita anche gli uffici del Gal Mongioie e il Marmi e delle pietre della Valle Mongia e del territorio.